a cura di Marcella Apicella
Il modello di quest’opera è stato creato naturalmente dalla fisica delle vibrazioni del suono acustico attraverso questa stessa lastra di metallo utilizzando la nota Fa maggiore sesta 1371,51 Hz (incorniciata 55×55 cm).
Per comprendere la bellezza e il potere del suono sulla materia, (notare che queste sono diverse dalle immagini di acqua e suono, poiché si tratta di pezzi fisici unici) La sabbia è cosparsa caoticamente sulla piastra di Chladni prima di diventare ordinata e modellata, solo quando vibra alla sua particolare frequenza sonora di risonanza. condividiamo con tutti voi la bellezza del suono come arte, come percorso di guarigione verso il sacro interiore. Attraverso la danza con la fisica delle vibrazioni, per ricordare quanto tutto sia veramente magico e interconnesso.
Proviamo tutti un innato incanto verso la musica. È incorporato e intrecciato nella sostanza di chi e cosa siamo. Non solo del nostro insaziabile bisogno di creare musica fin dall’inizio dei tempi ma soprattutto nel significato della continua spinta verso l’armonia e il ritmo nei cicli della natura.
Vediamo questa esplorazione del consolidamento dei modelli Chladni primordiali e universali, come una sorta di linguaggio sacro, un’impronta digitale fisica della voce del particolare mezzo in cui vibra. Queste opere rivelano una storia fondamentale, una rappresentazione del flusso trasformativo dal caos all’ordine, l’intenzione è che lo spettatore apprezzi il suono a un livello più profondo e consapevole, essendo portato in armonia con la natura musicale del nostro mondo.